Se passo la palla la squadra vince

Ieri sera guardavo un pò di tv e , distrattamente, sentivo la notizia dell’incontro/scontro di Renzi in UE e capitava giusto dopo aver letto questo interessante digressione sulla (non) politica sociale adottata dall’attuale governo.

 

Vi starate chiedendo, cosa c’entra questo con il titolo del post?

Facciamo un piccolo passo indietro per focalizzare bene la questione. Qualche mese fa, come molti di voi avranno già dimenticato, Wired si permise di pubblicare una mappa dell’ipotetica Italia nel 2024, costruita dal punto di vista dell’innovazione. Si scatenarono polemiche su polemiche e questo da un lato consentì al post di ottenere una discreta visibilità nel frastagliato mondo dei blogger nostrani.

Le polemiche nacquero perchè, molto arditamente, l’autore dell’articolo si permise di non inserire la Calabria tra le regioni innovative; ora, noi calabresi siamo un popolo molto ospitale , forse unico nel nostro genere, ma siamo testardi e soprattutto permalosi e quando ci toccano spesso perdiamo il senso della ragione: come mai nessuno si preoccupò di chiedere al giornalista di Wired da dove prese i dati per creare la tanto contestata mappa?

 

Ed ecco che arriviamo ad un articolo come questo, che ha ricevuto altrettanta visibilità e di cui, pur non conosciamo l’autore, deduciamo la bellissima notizia: la Calabria ha segnato un tasso di aumento di startup (innovative?!) del 236%.

Fighissimo, ma siamo stati davvero bravissimi!

 

Se però andassimo oltre i numeri cercando di analizzare a fondo la situazione dell’innovazione della Calabria ed in generale del paese Italia, scopriremmo che in realtà è stata creata una sovrastruttura molto furba ed interessante, che ha generato un business nel business, grazie al quale l’economia dei soliti noti continua a girare. Quel +236% che si traduce, badate bene, in 42 startup innovative*, non sappiamo assolutamente su che mercato insista: nanotecnologie? ingegneria aerospaziale? E’, quindi, un numero effimero che, tuttavia, nella sua potenza fa ben capire che oggi il sistema innovativo/startup in Italia è composto da una serie indefinita di entità prettamente auto-referenziali che poco (e male) conoscono i concetti di collaborazione e fare rete, quelli veri e puri, che creano valore!

Altro problema, poi, è che tutte le entità citate nella disamina e critica all’articolo di Wired sono tutte “affiliate” all’assistenzialismo statale (o giù di lì), pur ambendo utopisticamente a creare un sistema come la Silicon Valley senza considerare però l’effettiva possibilità di realizzare un sistema siffatto, senza considerare che tipo di substrato socio-economico sta creando un sistema del genere nella Silicon Valley stessa.

E’ abbastanza evidente , poi, che scendendo nel paradiso calabrese vi sia una tale quantità di idee – effettivamente innovative – che la loro dispersione a macchia di leopardo le rende sostanzialmente inutili.

 

Allora come Calabria abbiamo davanti una sfida interessante: proviamo effettivamente a creare il primo vero sistema di biodiversità nell’innovazione; possiamo creare un sistema che punti tutto sui due mercati in cui poi c’è la presenza delle PMI nell’offline e cioè agricoltura e turismo. Bisogna ripartire da qui, bisogna considerare il WEB e l’innovazione come strumenti di interconnessione tra l’online e l’offline; se non ci riusciamo continueremo a creare delle scatole (cinesi ?!) vuote, auto-referenziali, continueremo ad andare sui giornali, in TV e sul mainstream, ma (forse) moriremo senza aver creato nulla di effettivamente concreto.

Ce la possiamo fare, ma ad un solo costo: annulliamo la nostra individualità, ragioniamo da collettivo, ragioniamo da squadra, e come ogni squadra impariamo veramente a passarci la palla!

 

 

* sul concetto di startup innovativa e di cosa effettivamente rappresenti questo status, magari, ne riparliamo in altro post