Con le startup non si diventa ricchi ma …

Parlando con un carissimo amico al telefono, tra una battuta e l’altra mi gela dicendo “sai, da mercoledì non ho più un lavoro”.

Tutto questo, associato alle chiacchiere sull’articolo 18, mi ha fatto tornare a riflettere su una serie di problematiche che da quando ho fondato Evermind avevo praticamente dimenticato.

Il tema centrale è il sistema del body rental, quella barbara attività di sub-appalto che consente a varie aziende di attaccarsi alla mammella dello stato (soprattutto a Roma), piuttosto che strappare tariffe da favola a facoltose aziende internazionali, schiavizzando l’anello debole della catena: il lavoratore. E nel discutere di body rental è inevitabile soffermarsi sulle aspettative di vita e futuro di un’intera generazione, la stessa identica generazione che nel suo lassismo quotidiano contribuisce, pur lamentandosene, allo sfascio di questo Paese.

La generazione di mio padre è fatta di persone che danno per scontato che la vita si sviluppi alzandosi la mattina, per poi andare a lavoro, pranzo, (eventualmente siesta per chi se la può permettere), lavoro pomeridiano, cena a casa. Tutto molto abitudinario, tutto molto normale ma certamente, dal loro punto di vista, tutto molto stabile.

La nostra generazione certi concetti proprio non li conosce, avendo precarizzato il lavoro creando mille contratti tra di loro diversi, un sistema di partite IVA dalle molteplici sfaccettature si delinea all’orizzonte del mercato del lavoro senza alcun tipo di stabilità: oggi lavori, domani non lo sai. Questo perchè, forse, domani la persona che ti ha piazzato su questo o quel progetto trova il modo di spostarti altrove dove il suo margine è più alto e se ne infischia di tutto quello che comporta spostare un professionista (magari implica licenziarne un altro, ad esempio).

Tempo fa leggevo da qualche parte sulla blogsfera che fare startup non fa diventare ricchi. E’ tutto vero, anche considerando che quelli che veramente staccano assegni a 6 zeri sono 1 su milione e quelli che poi sopravvivono più di 3 anni credo siano ancora meno. Ci hanno raccontato che fare startup (nel senso più generico del termine) era una delle attività più fighe e cool che potessero esserci. Ci hanno raccontato che gli americani aprono e chiudono startup alla stessa velocità a cui noi italiano beviamo i caffè.

Il motivo per cui ho voluto fortemente creare un’azienda non è per arricchirmi nel senso che molti (troppi) intendono, quanto per avere la libertà di decidere cosa fare della mia vita, decidere dove voglio andare e chi voglio essere, avere la libertà di poter stare a casa con mia moglie, piuttosto che viaggiare senza che nessun altro possa disporre della mia vita.

Questo è il bello di fare startup e questo è l’arricchimento che mi regala tutti i giorni Evermind