Come misuri la qualità della tua vita? 

Sono in viaggio verso Foligno , dove avrò il piacere e l’onore di raccontare l’esperienza del Festival dell’Ospitalità. Il treno regionale, nel suo muoversi lento sui binari tra le varie stazioni del centro Italia, è un’occasione ottima per rilassarmi e riflettere su tanti aspetti tra di loro diversi.

Uno di questi è la qualità della vita.

E’ un concetto che abbraccia dimensioni diverse e che, consciamente o meno, porta le persone a scegliere diversi luoghi dove lavorare, vivere o svernare. Molti conoscenti prediligono la vita nel Nord Italia perchè ritengono che uno dei fattori che alza il livello della qualità della vita sia l’efficienza dei servizi , sanitari e pubblici in genere , oltre che l’opportunità di lavoro.

Altri ancora, poi, preferiscono le metropoli perchè , seppur schiavi del tempo imposto dalle città , amano la possibilità di poter visitare diverse mostre ed eventi culturali, amano le diverse opportunità offerte da un contesto urbano multi-etnico.

Poi ci sono quelli che, come me, decidono di vivere in un piccolo borgo; a prescindere che sia in Calabria o in Umbria o altra località, è un modo di vivere diverso , dove certamente devi scendere a compromesso con tanti piccoli aspetti, soprattutto se hai sempre vissuto nelle città. Ad esempio: hai mai pensato che non sia scontato avere l’Ospedale o la caserma dei Vigili del Fuoco nel posto dove vivi? Oppure ancora, il non avere il cinema se non prendendo l’autostrada e facendo una decina di km ? (che , per chi vive nelle  metropoli, immagino faccia sorridere come cosa).

Ciò che immagino è che , a prescindere dalle varie dimensioni che compongono le varie classifiche per determinare la qualità della vita nelle varie città (salute, contesto, territorio, produttività, possibilità formative, divertimento, governance e diritti, ecc. ecc.), una di quelle fondamentali per tanti è il numero di persone dalle quali sono circondate o , forse meglio, dalle quali possono pensare di circondarsi.

E’ un rinnovato senso e desiderio di comunità che, e condivido Bauman, affonda le sue radici nell’insicurezza del tempo.

Ecco , credo che sia fondamentali non ragionare sui numeri, piuttosto sulla qualità degli stessi. Non sarebbe forse meglio pensare che la qualità della vita sia , in estrema sintesi, dettata dal numero di interazioni sociali e dalla qualità delle stesse, che il posto in cui viviamo ci offre e ci consente di vivere?

E tu, come misuri la qualità della tua vita?