Ospitalità condivisa: home for creativity

Roberta Caruso è una di quelle persone che quando incrociano la nostra vita ti lasciano qualcosa di indelebile. La sua freschezza, passione e voglia di condivisione è merce rara nella società di oggi e lo è ancora di più se pensiamo che, come me, ha deciso di restare sul territorio dal quale proviene per iniziare una sfida nuova, una sfida per molti impossibile.

Ho avuto il piacere di conoscerla, assieme alla sua fantastica famiglia, durante la prima edizione del Festival dell’Ospitalità che, come Evermind, abbiamo organizzato a Reggio Calabria ed subito è stata forte la percezione che Home for Creativity fosse tutto quello che da anni cerco disperatamente di rincorrere e ma che inesorabilmente , per un motivo o per un altro, mi è sempre sfuggito.

Un unicum sul territorio calabrese, un nuovo modo di concepire l’ospitalità riportandola a ciò che filosicamente rappresenta, cioè un profondo momento di condivisione sociale tra persone.

 

Lavorando a stretto contatto con strutture ricettive di vario tipo (alberghiere ed extra-alberghiere) mi trovo sempre più a confrontarmi con un mondo troppo preso dal vendere camere, dal muro contro muro con le OTA (booking e tripadvisor in primis), dal dover rispondere ad indicatori economici di vario tipo in un turbinio di crescita oramai evidentemente insostenibile.

La verità, forse, è che oggi l’industria del turismo si concentra troppo sulla tecnologia intesa come strumento per raggiungere precisi obiettivi economici e tende a dimenticare, sempre più spesso, cosa sia realmente l’ospitalità, tende a dimenticare lo staff che con passione lavora in questo contesto; tende a dimenticare, in definitiva, che alla base di tutto ci sono le persone ed i mille intrecci, le mille storie che si diramano.

 

Ecco perchè Home for Creativity è l’unicum di cui parlavo, perchè mette al centro di tutto le persone, perchè capovolge il ruolo del cliente, che diventa un vero e proprio ospite, responsabile e responsabilizzato grazie alla figura de l’home manager.

Spero veramente che possa diventare di ispirazione per tutti coloro i quali pensano ancora che sia necessario migrare altrove per cercare quell’oro che già abbiamo a casa: il punto focale è invertire le nostre priorità, non ragionare più in una logica di crescita infinita bensì in un’ottica di decrescita felice