Dopo anni di duro lavoro, caratterizzato da un percorso di crescita sostenibile, in Evermind abbiamo da un paio di mesi ufficialmente iniziato a commercializzare la nostra soluzione PMS (Property Management System) per strutture ricettive (alberghiere ed extra-alberghiere). Il nome del prodotto è Yaw! Hospitality Manager* e vogliamo far sì che diventi qualcosa in più di un classico PMS, bensì quindi, una vera e propria piattaforma per la gestione dell’ospitalità.
Mi trovo dunque a confrontarmi ultimamente, in questo ed altri segmenti di mercato, a scontrarmi con il concetto di “cloud” che spesso viene associato erroneamente a soluzioni via web quando, in realtà, il cloud è molto altro.
La rivoluzione del cloud
Il cloud rappresenta una vera e propria rivoluzione industriale nell’era del digital. Un po’ come l’avvento delle macchine azionate da energia meccanica ha trasformato la società del XIX secolo da sistema agricolo-artigianale-commerciale in un sistema industriale moderno, il cloud porta l’IT nel XXI secolo.
Ristrutturando l’utilizzo delle risorse vengono ridefinite le modalità con cui siamo abituati a gestire i sistemi informatici, rendendone più agile l’utilizzo sia in contesti semplici (come l’attività di backup) , sia in contesti più articolati (come la gestione di un datacenter). Questo consente , soprattutto alle aziende medio-piccole di poter usufruire di risorse (anche rilevanti) quando necessarie e per il periodo di tempo in cui servono.
Cos’è il cloud
Ma cos’è effettivamente il cloud computing? Ci viene in aiuto National Institute of Standards and Technology (NIST), l’agenzia governativa americana cui obiettivo è la definizione di standard per guidare i processi di evoluzione nei settori dell’industria e del commercio.
Cloud computing is a model for enabling ubiquitous, convenient, on demand network access to a shared pool of configurable computing resources (e.g., networks, servers, storage, applications, and services) that can be rapidly provisioned and released with minimal management effort or service provider interaction
Il modello cloud è composto da cinque caratteristiche essenziali, tre modelli di servizio e quattro modelli di sviluppo.
Le cinque caratteristiche essenziali del cloud
Di seguito le cinque caratteristiche essenziali affinchè un modello sia definibile come cloud:
- On demand self-service: l’utente può accedere autonomamente alle risorse necessarie senza dover dipendere da un intervento umano di qualsiasi tipo di fornitore (service provider);
- Broad network access: i servizi sono accessibili tramite la rete ed accessibili attraverso meccanismi standard;
- Resource pooling: le risorse hardware IT devono essere raggruppate per poter servire dinamicamente un numero variabile di utenti a seconda delle loro richieste;
- Rapid elasticity: le risorse hardware IT possono essere allocate e rilasciate automaticamente per poter scalare le reali necessità e richieste;
- Measured service: i sistemi cloud controllano ed efficientano l’utilizzo di risorse fornendo delle metriche di gestione in modo da poter essere gestite con trasparenza sia dai fornitori (service provider) quanto dagli utenti finali
Ne deduciamo, quindi, che un software proposto in cloud non vuol dire che sia un software “su Internet”, ma molto di più.
I tre modelli di servizio del cloud
Come scritto in precedenza, esistono tre diversi modelli di servizio del cloud computing:
- Software as a Service (SaaS): l’applicazione è utilizzabile da diverse tipologie di dispositivi (come ad esempio un browser) senza dover installare alcun tipo di programma sul nostro PC. Un esempio di Saas è rappresentato da Google Drive ed Office 365 (Word, Excel);
- Platform as a Service (PaaS): viene messo a disposizione una piattaforma direttamente in cloud al fine di poter progettare, quindi sviluppare, determinate soluzioni software. Un esempio di PaaS è Microsoft Azure;
- Infrastructure as a Service (IaaS): in quest’ultimo caso è l’intera infrastruttura IT ad essere proposta in cloud. In tal senso , l’utente finale può acquistare un server in cloud di modo da abbattere i costi (spesso a canone mensile) ed avere a disposizione delle risorse completamente (o meno) remotizzate.
I quattro modelli di sviluppo del cloud
Infine, ecco di seguito i quattro modelli di sviluppo del cloud computing:
- Private Cloud: l’infrastruttura cloud è fornita per l’esclusivo utilizzo di una singola organizzazione e molteplici clienti;
- Community Cloud: l’infrastruttura cloud è fornita per l’uso esclusivo di una specifica comunità di clienti di organizzazioni che condividono obiettivi e metodologie;
- Public Cloud: l’infrastruttura cloud viene fornita aperta per un uso, generalmente, pubblico;
- Hybrid Cloud: l’infrastruttura cloud è un mix tra una o più infrastrutture cloud che rimangono entità uniche, ma vincolate da tecnologie proprietarie.
Conclusioni
Purtroppo, mi rattrista sempre di più notare , navigando sul web e stando in ascolto degli account/commerciali che propinano la demo di questo o quel prodotto in cloud che il marketing, oggi, si concentra sul rendere il più appetibile un prodotto al cliente; prodotto che, magari, tanto appetibile non è.
Il marketing, invece, dovrebbe essere quello strumento, parte di una strategia digitale più ampia, dove si mira a valorizzare il prodotto, prodotto che esiste ed è ciò che realmente si dice essere.
Potete reperire maggiori informazioni sul cloud all’interno di questo documento del NIST.
*: thx to Tommaso Alberti per il naming 😀