Gamification, questa sconosciuta ?!
Vediamo cosa dice Wikipedia a riguardo:
La gamification (traducibile in italiano come Ludicizzazione) è l’utilizzo di elementi mutuati dai giochi e delle tecniche di game design in contesti esterni ai giochi.
Quindi, stando alla definizione di Wikpedia, la gamification consiste nell’integrare tutte quelle dinamiche proprie dei giochi in contesti come le community online, portali web ed in generale tutti quei momenti in cui vi è un gruppo di persone che interagiscono tra di loro.
Esistono vari esempi di applicazione di questo concetto, banale ricordare Foursquare, altrettanto banale ricordare Klout ed in generale tutti quei posti virtuali dove il concetto di gioco, volto all’acquisizione di un badge, ha consentito di fidelizzare gli utenti verso un brand.
Cos’è un gioco
Tutti, o quasi tutti, da piccoli abbiamo giocato tirando un calcio ad un pallone verso un muro, una serranda o qualsiasi altro elemento che ne consentisse il rimbalzo indietro verso di noi per poi calciare, calciare e calciare nuovamente. Questo specifico gioco ci ha insegnato ad associare un particolare movimento del nostro corpo ai rimbalzi del pallone. Potremmo chiamarlo “gioco associativo“.
Quando siamo poi cresciuti, abbiamo iniziato ad aspettare i nostri amici per giocare insieme, sempre avendo un muro o una porta come obiettivo del calcio al pallone. In questo modo, il gioco ha assunto una dimensione sociale: l’azione di un bambino corrisponde ad una risposta da parte di un altro e via via così, un pò come avviene per qualsiasi tipo di conversazione online o offline.
Ma tutti noi, ci siamo stufati di giocare in questo modo ed abbiamo iniziato a cercare altri luoghi dove andare. Ricordo perfettamente di aver giocato nello spiazzale dietro uno storico palazzetto di basket o in una piazza dove la mattina si teneva il mercato e ricordo che il nostro gioco preferito era “la tedesca”. Per poter giocare alla “tedesca” dovevamo essere almeno tre; uno dei tre andava in porta , gli altri due si passavano la palla e, solo calciando al volo, dovevano segnare.
Se si riusciva a segnare, bene, accumulavano un punticino. Se invece sbagliavamo ci toccava andare in porta … ed andare in porta era odiato ai più di noi 🙂
L’esempio del gioco alla tedesca ci fa capire che un gioco è un qualcosa di molto più complesso del semplice raccogliere punti; il gioco è composto da questa serie di componenti di base:
- Lo spazio di gioco: partecipare ad un gioco vuol dire entrare in un altro spazio dove le regole del gioco prendono il posto alle regole della vita quotidiana. Per poter entrare in questo luogo, i giocatori devono accettare (tutti) le regole di quello spazio e devono entrarci volontariamente. Un gioco non è un gioco se le persone si sentono costrette a giocarlo. La bellezza dello spazio di gioco sta nel fatto che questo luogo è un posto fantastico, quasi ideale, sospeso ed allo stesso tempo fuori dal nostro tempo, perchè nel momento stesso in cui giochiamo quello diventa il nostro posto magico;
- Limitazioni: Ogni gioco ha dei limiti sia nello spazio quanto nel tempo. Il gioco ha un momento in cui inizia ed uno in cui finisce. Il gioco ha anche un limite di spazio, cioè il posto in cui il gioco si tiene. Al di fuori di questo spazio , virtuale o meno, il gioco non esiste più;
- Le regole: All’interno dello spazio di gioco, i giocatori condividono ed accettano le regole grazie alle quali si può sviluppare il gioco. Nel gioco alla tedesca, tutti accettano di tirare in porta al “volo”, qualsiasi altro tipo di tiro non sarebbe valido;
- Gli elementi: ogni gioco è composto da uno o più elementi. Nell’esempio riportato in precedenza, l’elemento fondamentale è la palla.
- L’obiettivo: i giocatori devono avere un obiettivo e devono sapere quando il gioco finisce. Alcune volte l’obiettivo è temporale, come avviene durante le partite di calcio o di basket, altre, invece, l’obiettivo è in funzione del punteggio “fino al raggiungimento di 3 punti”.
A pensarci bene, quindi, un gioco non è solo raccogliere punti. Un gioco è qualcosa di molto serio, portando con se delle regole ed un aspetto psicologico che spesso in comunità molto grandi non è sempre semplice da individuare.